Un mondo di domande

In questa pagina cerco di dare risposte semplici a quelle domande che sento davvero spesso.

Domande Frequenti

Notaio, chi è?

Il notaio è un libero professionista che ha la particolare caratteristica di essere anche pubblico ufficiale. Per diventare notaio e quindi pubblico ufficiale è richiesta dallo Stato una conoscenza giuridica di livello che viene garantita attraverso il superamento di un concorso pubblico indetto dal Ministero di Grazia e Giustizia a livello nazionale e a numero chiuso.


Il notaio per legge deve essere “super partes” cioè deve tutelare le parti nello stesso modo senza preferire una all’altra, deve avere l’efficienza imparziale. Al notaio è attribuito anche il ruolo di riscuotere le imposte (tasse) per conto dello Stato nel momento in cui si compiono determinate attività e operazioni (pensiamo alle imposte di registro per comprare casa!).


Altra funzione molto importante è quella di raccogliere, di “ascoltare” la volontà delle parti e costruire un contratto o un atto che sia un abitino sartoriale

cucito su misura per le parti.

Nella compravendita, chi paga il notaio?

L’art. 1475 cc dispone che “Le spese del contratto di vendita e le altre accessorie sono a carico del compratore se non è stato pattuito diversamente.” Pertanto se nulla è stabilito, paga l’acquirente, ma con l'accordo delle parti si può stabilire diversamente. Questo principio è importantissimo: tranne per ipotesi in cui è tassativamente stabilito in un certo modo dalla legge, la vostra volontà, il vostro accordo è SOVRANO.

Quando un atto notarile è nullo?

Nel nostro codice civile troviamo un fondamentale principio, che “in giuridichese” si chiama autonomia contrattuale. Lo ritroviamo nell’art. 1322 c.c.: “Le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto nei limiti imposti dalla legge”. Quindi i contratti sono validi purché rispettino i limiti stabiliti dalla legge. Si possono anche fare dei contratti cosiddetti “atipici” cioè che non hanno già un “nome” (es: compravendita mutuo) purché la legge venga rispettata.Se i limiti di legge vengono superati, incorriamo in rischi e sanzioni. Si parla in generale di invalidità degli atti ma comprende due categorie: annullabilità e NULLITÀ. In effetti a volte si parla anche di inesistenza (ma si tratta di casi limite dove non c’è il minimo requisito per poter parlare di contratto).È il codice civile a dettare le linee guida relative alla nullità, ma si tratta di una norma, che, in quanto tale va interpretata: l’articolo di riferimento è il 1418 del codice civile.

Quando è nullo un contratto?


  • Quando è contrario a norme imperative (le norme imperative dicono quando un atto o un contratto devono essere fatti “ necessariamente” in un certo modo);
  • Quando è mancante di uno dei suoi requisiti essenziali;
  • Il contratto è altresì nullo in tutti gli altri casi stabiliti dalla legge (spesso infatti troviamo scritto che un contratto deve essere fatto così “a pena di nullità”). Negli ultimi anni sono aumentate molto le ipotesi di nullità degli atti ed è richiesta particolare cura ed attenzione anche a nuovi aspetti.
Quanto costa un atto notarile?

Dipende: dal tipo di atto, se a tariffa fissa o a scaglioni. Per esempio una rinuncia all’eredità o una procura possono avere un costo “fisso”, la compravendita invece è soggetta a tanti fattori: chi compra e chi vende, se privati o società, se si tratta di prima casa o meno.

Come ottenere un mutuo prima casa?

Andate in banca e fate presente che dovete chiedere un mutuo per l’acquisto della vostra prima casa. Ricordate che l’ acquisto della casa deve essere effettuato nell'anno precedente o successivo alla data della stipula del contratto di mutuo (quindi entro dodici mesi: Circ. Agenzia Entrate 26 gennaio 2001, n. 7/E). Ricordate per legge nessuna spesa è dovuta in caso di estinzione totale o rimborso parziale del mutuo prima casa e come tassazione si ha uno 0,25% dell’importo del mutuo.

Successione Legittima e Successione testamentaria

Quando una persona muore, si apre la sua successione, ovvero viene regolata la sua eredità.


La successione è legittima quando il defunto (che in giuridichese è detto “de cuius”) non ha lasciato testamento e quindi è la legge che detta i criteri in base ai quali ripartire il patrimonio.


La successione è testamentaria quando il “de cuius” ha lasciato testamento, disponendo del suo patrimonio nel modo che riteneva giusto e secondo le sue volontà. In questo caso se nel fare testamento ha leso i diritti di determinati soggetti (per esempio coniuge o figli), i legittimari lesi o esclusi (in giuridichese “pretermessi”) possono agire “in riduzione” delle disposizioni che hanno leso i propri diritti chiedendo al giudice che gli venga riconosciuto quanto la legge riserva loro (cioè quel minimo sotto il quale non si può scendere).

Come costituire una S.R.L?

La Srl si costituisce con atto pubblico. Il contratto può essere pluripersonale (se avete dei soci) o unipersonale (se la società ha un unico socio). Nel primo caso è sufficiente versare in sede di costituzione della società il 25% del capitale sociale, nel secondo caso invece occorre versare il 100% del capitale sociale. Sempre nel secondo caso, al fine di mantenere la limitazione di responsabilità in capo all’unico socio è necessario che sia data pubblicità dell’unicità del socio in camera di commercio. Accanto alla denominazione della società andrà riportata la dicitura “unipersonale” o “con unico socio”.

Mediazione civile e commerciale, quando è obbligatoria

Con il d. lgs 28/2010 il legislatore ha dato attuazione alla Direttiva della Commissione Europea e ha indicato le materie per le quali è obbligatorio ricorrere al tentativo conciliazione (cd mediazione) prima di iniziare una causa, premendolo quale condizione di procedibilità per poter accedere alla fase giurisdizionale.


Con il tempo le materie oggetto di mediazione obbligatoria sono state ampliate e oggi abbiamo: le controversie in materia di divisione, successione ereditaria, diritti reali, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto d’azienda, risarcimento danni derivanti da responsabilità medica o da stampa o altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, contratti bancari, contratti finanziari, nonché in materia di condominio e di responsabilità sanitaria.Esiste anche una conciliazione facoltativa avente ad oggetto diritti che sono nella disponibilità delle parti. 


Per iniziare una procedura di conciliazione occorre presentare istanza ad un organismo di mediazione iscritto presso il Registro tenuto dal

Ministero della Giustizia. 

Patto di Famiglia: quando viene fatto e qual è la tassazione?

Il patto di famiglia è stato introdotto nel codice civile nel 2006 anche se, purtroppo, a mio avviso è ancora poco utilizzato. Il patto di famiglia è un CONTRATTO con il quale l’imprenditore ha la possibilità di gestire il cosiddetto “passaggio generazionale” dell’impresa, trasferendo solo ad uno o ad alcuni discendenti l’azienda stessa o le quote della società, senza il rischio di contestazioni al momento dell’eredità dell’imprenditore. Si dice infatti che l’effetto del Patto di famiglia è TOMBALE. 


Quindi le caratteristiche e gli aspetti fondamentali del PdF sono:


  • Disciplina aspetti ereditari, ma è un contratto e lo fa in modo tombale, senza rischi di eccezioni (NB: È L’UNICA ECCEZIONE CONSENTITA DALLA LEGGE!);
  • La forma: deve essere stipulato per atto pubblico a pena di nullità;
  • Gli attori: devono partecipare tutti coloro che sarebbero legittimari (eredi che per legge non possono essere privati di un “minimo” stabilito dalla legge, ad esempio il coniuge e i figli) se in quello stesso momento si aprisse la successione dell’imprenditore (cioè se morisse in quel momento).


Nel patto si deve prevedere una liquidazione da parte dei beneficiari a favore dei non assegnatari dell’azienda o delle quote, di una somma pari al valore delle quote riservate ai legittimari (cioè le famose quote minime). I legittimari non assegnatari possono rinunciare in tutto o in parte a questa liquidazione, possono ricevere anche beni anziché soldi e tra gli accordi spesso accade che la liquidazione a favore degli altri sia fatta non dai beneficiari ma dallo stesso disponente (l’imprenditore). A volte può capitare che quando effettivamente l’imprenditore viene a mancare, nel periodo tra il patto di famiglia e la morte, anche altri soggetti abbiano assunto la veste di legittimari (altri figli, non conosciuti o nati nel frattempo o un nuovo coniuge). In questo caso tali soggetti hanno diritto di chiedere a chi ha beneficiato dell’azienda o delle quote, la liquidazione della legittima. Il patto si può modificare o sciogliere sempre con atto pubblico e con la partecipazione di tutti gli attori di cui sopra.

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